LA FOTOGRAFIA DELLA NONNA

da Sodoma e Gomorra


Françoise entrò (...) e vedendo la fotografia: - Povera signora, è proprio lei, persino il suo neo sulla guancia; quel giorno che il marchese l'ha fotografata era stata molto male, le era preso male due volte. "Françoise", m'aveva detto," soprattutto guarda che mio nipote non lo sappia". E riusciva a nasconderlo, era sempre allegra in compagnia. Ma, se stava sola in certi momenti, trovavo che mi pareva un po' monotona di mente. Però le passava presto. E poi mi disse così: "Se mi capitasse qualcosa, deve avere un mio ritratto. Non me ne sono mai fatto nemmeno uno". Allora mi mandò a dire al signor marchese, raccomandando di non raccontare al signore che era stata lei a chiederlo, se potesse farle la fotografia. Ma quando sono tornata a dirle di sì, lei non voleva più, perché le pareva d'aver troppo brutta cera. "Così è peggio ancora", mi disse, "che nessuna fotografia". Ma, siccome non era sciocca, finì con l'aggiustarsi così bene , mettendosi un gran cappello un pò calato sugli occhi, che non ci si accorgeva più di niente se lei non si metteva in piena luce."

(...)

La fotografia fatta da Sain-Loup (...) me la mostrava così elegante, così spensierata sotto il cappello che le ombreggiava il viso ch'io la vedevo meno dolente e meglio in salute di quanto non l'avessi immaginata. E tuttavia, avendo le sue gote, a insaputa di lei, un'espressione loro, qualcosa di livido, di stravolto, come lo sguardo d'un animale che si senta già prescelto e designato, la nonna aveva l'aria di una condannata a morte, un'aria involontariamente tetra, inconsciamente tragica che mi sfuggiva, ma che impediva alla mamma di guardare quella fotografia, che le sembrava non tanto una fotografia della madre, quanto della malattia di lei, di un insulto che la malattia gettava al volto della nonna brutalmente schiaffeggiato.

-- Sodoma e Gomorra