1869 - 1951 |
"Questo monsieur Gide con le sue arie da falso monaco".
Così è intitolato, nel libro di ricordi di Céleste Albaret, il capitolo dedicato ai rapporti tra Proust e Gide. Dice Céleste: |
"Dopo la sua (di Proust, N.d.R.) morte, si è creato un equivoco su una pretesa intimità di spirito e di rapporti tra loro - equivoco che è stato scientemente creato dallo stesso Gide, con i suoi discorsi ed i suoi scritti, probabilmente perché spinto dal desiderio di nascondere il suo errore agli occhi del mondo. |
Certo, la longevità di Gide (morto nel 1951) gli ha dato tutto il tempo per vedere l'astro proustiano eclissare il suo (nonostante egli avesse ricevuto, nel 1947, il premio Nobel). La cosa deve essere risultata tanto più crudele in quanto era stato proprio lui, quel disgraziato giorno del 1912, a rifiutare per conto della NRF il manoscritto di Swann. E inoltre non è affatto scontato che, una volta letto il libro, l'abbia davvero apprezzato tanto quanto teneva a dire. |
. |
Ritratto di André Gide |
Al di là della famosa lettera scritta a Proust nel gennaio del 1914 e dell'intervento "di rito" comparso nel numero speciale della NRF intitolato "Hommage a Marcel Proust" dedicato allo scrittore subito dopo la sua morte, il ritratto che Gide delinea di Proust in tutti i suoi scritti è quello di un maniaco.
Era soprattutto sulla rappresentazione proustiana dell'omosessualità che non concordava con Proust: la giudicava troppo poco edificante, troppo poco "corretta". ------------------------------------------------- Nella foto in alto, Gide assieme a Jean Schlumberger, Jacques Rivière e Roger Martin du Gard a Pontigny, nel 1922 |