Il verginale, il bello e il vivace presente
Con un colpo dell'ala ebbra ecco ci spezza
Il duro lago obliato chiuso dal trasparente
Ghiacciaio di quei voli che mai seppero altezza!

Un cigno d'altri giorni se stesso a ricordare
S'abbandona magnifico, ma ormai senza rimedio
Per non aver cantato la plaga ove migrare
Quando già dello sterile inverno splenda il tedio.

Questa bianca agonia inflitta nello spazio
Al collo che lo nega lo scuoterà di strazio,
Ma non l'orror del suolo dove sta prigioniero.

Forma che dona ai luoghi il suo candor di giglio,
Il Cigno senza moto nell'inutile esilio
Si veste del disprezzo d'un gelido pensiero.

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in Stéphane Mallarmé "Poesie e prose". Traduzioni di Adriano Guerrini e Valeria Ramacciotti. Garzanti, collana I Grandi Libri, 1992