La lettera di Proust a Madame de Clermont-Tonnerre


. "Signora, ho saputo che eravate quasi l'unica delle sue amiche presente al funerale del povero Montesquiou. Dico povero Montesquiou, sebbene tutto mi persuada che egli non è morto e che in quei funerali alla Carlo Quinto la bara era fortunatamente vuota. Ed è questo il motivo che mi fa rinviare lo studio che conto di dedicargli.

Da tempo non avevo avuto modo di rivederlo ma egli continuava a scrivermi lettere molto affettuose ed io avevo cercato di fargli un favore, sapendolo ammalato. Si trattava di far pubblicare in una rivista che me lo aveva assicurato, alcuni suoi versi che, a ragione, egli riteneva ingiustamente trascurati. Disgraziatamente, era l'unico uomo al mondo a cui fosse difficile fare un favore: ventiquatt'ore dopo, aveva già cambiato idea e mi scriveva una lettera, deliziosa nei miei confronti, ma terribile nei confronti della rivista che pure avevo quaso ibbligato ad usare i toni più deferenti.

Poi mi mandò il suo ultimo libro; ero troppo sofferente allora per manifestargli tutto il mio affetto e, se contro ogni aspettativa, fosse davvero morto, non mi consolerei di non averglielo espresso in tempo.

Ma, ancora una volta, ho tutti i motivi per credere ad un ultimo tiro mancino eseguito magistralmente da quello straordinario regista.

Addio Signora, ho troppe cose da dirvi e troppo poche forze per poter continuare. Vogliate gradire i miei ammirati e rispettosi omaggi."