Tra le camere di cui più spesso rievocavo l'immagine nelle mie notti insonni, nessuna era più dissimile dalle camere di Combray, cosparse d'un'atmosfera granulosa, pollinizzata, commestibile e devota, di quelle del Grand Hotel de la Plage, a Balbec, i cui muri riverniciati contenevano, come le pareti levigate d'una piscina dove l'acqua turchineggi, un'aria pura, azzurrina e salina. Il tappezziere bavarese che era stato incaricato dell'arredamento di quell'albergo aveva variato la decorazione delle stanze; e in quella toccata a me aveva disposto lungo i muri, su tre lati, degli scaffali bassi, con vetrine di cristallo, nelle quali, a seconda di com'erano situate, e in un effetto che egli non aveva previsto, si rifletteva questa o quella parte del mutevole quadro del mare, svolgendo una teoria di marine chiare, interrotte soltanto da montanti di mogano. Sicchè tutta la stanza aveva l'aria di uno di quei dormitori modello che si suol presentare nelle esposizioni di mobili modern style, dove sono adorni d'opere d'arte che si è supposto possano rallegrare gli occhi di chi vi dormirà, e alle quali si sono dati dei soggetti in rapporto col genere del luogo dove l'abitazione verrà a trovarsi.

da La strada di Swann - parte terza - Nomi di paesi: il Nome