Radu Albu-Comanesco de Brancovan
"QUANDO SI PARLA DI PROUST ..."
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Il testo che segue è tratto da una lunga mail inviatami dalla Romania da Radu Albu-Comanesco de Brancovan. Le sue impressioni sulla lettura della Recherche mi hanno molto colpita e gli ho chiesto il permesso di pubblicarle sul sito, cosa alla quale ha acconsentito e di cui lo ringrazio.
Non ho modificato in nulla il testo originale, che conserva dunque intatta tutta la sua freschezza e spontaneità.
La traduzione dal francese è mia.
Per molto tempo, ho esitato a leggere Proust.
Mi bastava vedere le prime pagine della traduzione rumena e dicevo. "E' impossibile leggerlo". Avevo 17-18 anni. Ho letto qualche esegesi su Proust, la sua biografia, ho anche fotografato la sua tomba al Père Lachaise, sapevo che era stato un amico delle nostre famiglie; ciononostante, non avevo voglia di leggere la Recherche.
Fino a quel momento dell'estate 2003 quando le mie mani, più che me stesso, hanno scelto "Le côté de Guermantes", in francese, come per caso. "D'accordo", mi sono detto, "dopo tutto, sto lavorando da cinque anni alla storia della nostra famiglia; vediamo un'opinione letteraria sull'aristocrazia".
Mi sono innamorato.
Pagina dopo pagina, non era una società che si dispiegava sotto i miei occhi, ma miraggi della memoria, dello sguardo; nomi, innumerevoli sentimenti, la Francia, l'amore, l'emozione, l'infanzia, l'amicizia, la gelosia, il desiderio, buon Dio! cosa scrivere dopo Proust? Io mi ritrovo, mi perdo, rido, che felicità avere qualcuno che ti spiega la vita, che fa scintillare la vetrata, percorrere questo spazio incredibile della memoria involontaria in cui tutto è minuzioso, sfumato!
Quando sono arrivato a "Du côté de chez Swann", ho letto le prime 100 pagine una domenica mattina, molto presto, quando il sole si alzava e proiettava la sua luce arancione nella mia camera. La descrizione di Combray, "uscita da una tazza di the", non ha fatto che risvegliare i miei propri ricordi, i giorni del Liceo in Francia, a Lorris, vicino la Loira, vicino Chartres, Orléans, Sully-sur-Loire, la Sologne selvaggia là dove andavo a visitare, a respirare la Francia, le sue foreste, i suoi fiumi, le sue campagne.
E volevo avere una percezione proustiana della mia propria adolescenza.
La mia percezione sensoriale è cambiata. Ogni processo di pensiero è stato toccato da Proust e dalla sua sensibilità, la più deliziosa che io abbia mai incontrato.
Nulla gli sfugge, nè la grazia del dettaglio, nè la grandezza. Proust è stato creato per ricordarci la bellezza dell'universo.
Che farò quando avrò terminato la Recherche? La rileggerò, certamente. Sono sicuro che ogni volta mi offrirà qualcosa di nuovo.
Yves Saint Laurent mi diceva, qualche anno fa, che "A la Recherche..." è il solo libro che abbia letto! L'ha letto e riletto di nuovo, ancora e ancora, per anni, tutta tranne "Le temps retrouvé" , volume che ha conservato per i giorni in cui si fosse ritirato dall'alta moda. Egli si è ritirato, in effetti, nel 2002. Spero che abbia terminato di leggere Proust, io non l'ho più incontrato.
[...] le mie interminabili divagazioni! Quando si parla di Proust, si perde il senso della misura.
(Marzo 2005)
Pagine realizzate da Gabriella Alù
1998
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