Ho iniziato a leggere Proust quasi vent'anni fa, e sono andato più volte a visitare i luoghi legati a lui.
Con in mente la Recherche guardavo, e scattavo foto. Poi ho selezionato alcune foto e le ho accostate a testi della Recherche. Francesco Fabi |
Se avessi potuto, quando leggevo un libro, andare a visitare la regione che esso descriveva, avrei creduto di fare un passo inestimabile nella conquista della verità. I fiori che allora scherzavano sull’erba, l’acqua che scorreva al sole, tutto il paesaggio, che contornò la loro apparizione, continua ad accompagnare il ricordo con il suo volto incosciente o distratto; e, certo, quando erano lungamente contemplati da quell’umile passante, da quel fanciullo sognante – come un re da un memorialista confuso tra la folla -, mai quell’angolo di natura, quel lembo di giardino avrebbero pensato che proprio grazie a lui sarebbero stati chiamati a sopravvivere nelle loro particolarità più effimere; eppure, la mia esaltazione li ha presi su di sé ed è riuscita a trasportarli attraverso il succedersi di tanti anni, mentre tutt’intorno le strade sono state cancellate. Come un aviatore che ha fino a quel momento faticosamente corso a terra, decollando bruscamente, mi elevavo lentamente verso le altezze silenziose del ricordo. La natura ricominciava a regnare nel Bois; il vento increspava il grande lago di minime onde; grossi uccelli sorvolavano velocemente il Bosco e mi aiutavano a capire meglio la contraddizione insita nel ricercare entro la realtà i quadri della memoria, ai quali mancherebbe comunque l’incanto che acquistano dalla stessa memoria e dal non essere percepiti con i sensi. I luoghi sono come persone, ma persone che non cambiano e che noi ritroviamo spesso dopo molto tempo, stupendoci di non ritrovare più noi stessi uguali o soprattutto stupendoci di ritrovarci uguali. Leggere Proust > I vostri contributi
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