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Vittorio Pisapia

LE IMPERFEZIONI DELLA MEMORIA
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A proposito di questa frase de "Il Tempo ritrovato":

"abbiamo bussato a tutte le porte che non danno su niente e la sola attraverso la quale si può entrare e che avremmo cercato invano per cento anni l'urtiamo senza saperlo, e si apre".

Capitano molte cose nella vita, ma spesso non siamo in grado di capirne il significato, non ci accorgiamo che ciò che cerchiamo l'abbiamo forse già trovato, o comunque che non lo troveremo mai in quella direzione. Ti è mai capitato di sentire un ciclo della tua vita chiudersi? Di percepirlo nel momento stesso in cui lo vivi? Di capire che quel momento, quella fase della tua vita acquisterà, retrospettivamente, con il passare degli anni, un significato importante della vita stessa. A me è capitato spesso, ma ciò nondimeno non so quale utilità ne abbia tratto. Spesso non facciamo attenzione al nostro tempo, alla nostra vita, ma è come se vivessimo al di fuori, distrattamente.

Non si fa mai caso agli istanti che viviamo, e viviamo quindi mai nel presente, ma sempre nel passato. Neppure nel futuro, perchè il futuro in genere lo viviamo come una proiezione del passato. E intanto il fluire degli anni ci cambia, non siamo più gli stessi. Proust aveva ragione. E sono i luoghi, le cose l'unica testimonianza di noi stessi, le cose rimangono sempre uguali, e spietatamente, rivedendole ci ricordano quello che siamo stati e che ora non siamo più. Ho preso l'abitudine di tenere dei quaderni dove ogni tanto annoto ricordi, storie, incipit. E ogni tanto me ne chiedo il senso.

E' forse la paura di perdere pezzi della mia vita che voglio fissare sulla carta. E nello stesso tempo spero che rileggendo fra forse vent'anni quello che scrivo oggi potrà consentirmi un domani cogliere dei dettagli, delle ombre di luce che ora non vedo, e che mi facciano capire qualcosa. Non so se ne vale la pena. A volte le imperfezioni della memoria sono quanto di più perfetto possa esserci per evitarci delle sofferenze inutili.

(Settembre 2002 )



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1998