Sainte-Beuve era convinto che per giudicare un libro bisognasse anche saper tutto della vita reale e quotidiana del suo autore, delle sue opinioni, dei suoi comportamenti; che si dovessero fare ogni tipo di domande alle persone che lo avessero conosciuto, che fosse molto utile collezionare i suoi carteggi. Il metodo critico di Sainte-Beuve consisteva infatti non solo nel non separare l'uomo dalla sua opera, ma addirittura nel ritenere che si dovesse arrivare al giudizio sull'opera dopo aver prima valutato l'autore come persona. Proust non era affatto d'accordo con Sainte-Beuve. Scrisse infatti:
Spesso, pensando a queste frasi, vengo colta da dubbi: le pagine di questo sito, con tutte le notizie e le immagini sulla famiglia, gli amici, i conoscenti, i luoghi non potrebbero indurre a pensare che io stia facendo proprio a Proust quello che Proust maggiormente detestava? E cioé applicare a lui il famigerato "metodo Sainte-Beuve"? Ma poi penso anche alla citazione dal Jean Santeuil che ho messo come epigrafe al sito in cui Marcel scrive che
e mi conforta Jean-Yves Tadié quando, nella sua bellissima biografia di Proust scrive
(agosto 1999) |