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copertina libro Peter Kravanja

PROUST À L'ÉCRAN
La Lettre Volée, Collection Palimpsestes
Bruxelles, 2003



È possibile filmare la Recherche? È questa la domanda cardine posta da Kravanja, che attraversa tutto il libro "come una variazione nel senso musicale del termine" (pag.5).

Kravanja ricorda l'intransigenza della maggior parte dei letterati, che continuano ad essere contrari "quasi religiosamente" all'idea stessa di portare sullo schermo l'opera di Proust:

"Secondo loro, soltanto i romanzi mediocri possono divenire oggetto di una trasposizione cinematografica ma certamente non questo monumento della letteratura francese" (pag.6)

Il libro prende le mosse dall'analisi delle motivazioni di questa contrarietà, di questa opposizione a qualsiasi tentativo di adattamento allo schermo della Recherche.
Kravanja ricorda gli interminabili paragoni tra letteratura e cinema, e la diatriba che tende a stabilire una gerarchia tra le arti, a decidere se il cinema possa essere considerata arte oppure no e come molti letterati, posti di fronte ad un film tratto da un'opera letteraria, non siano capaci di far di meglio che sentenziare: "il libro è meglio del film".

Ma l'autore di "Proust à l'écran", rifacendosi al Walter Benjamin (il traduttore della Recherche in tedesco) di "L'opera d'arte nell'epoca della sua riproducibilità tecnica" e di "Il compito del traduttore" dichiara subito la sua posizione: egli è convinto che filmare un grande romanzo non soltanto sia possibile, ma a volte persino necessario. A condizione però che, quanto più il libro è ricco e complesso, tanto meno l'adattamento cinematografico cerchi di essere fedele al testo.

Quali sono i problemi posti da un adattamento cinematografico dell'opera di Proust? Per contribuire alla comprensione di questi problemi, Kravanja analizza in dettaglio i cinque adattamenti cinematografici della Recherche.

Dei primi due progetti (Visconti/Suso Cecchi D'Amico e Losey/Pinter), mai realizzati sullo schermo, l'analisi viene condotta sulla sola sceneggiatura; per gli altri tre (Schlöndorff, Ruiz, Akerman) all'analisi della sceneggiatura si aggiunge quella della tecnica realizzativa utilizzata dai registi.

Da questa analisi comparata, che occupa tutta la parte centrale del libro e che mette in luce analogie e differenze tra i vari registi e sceneggiatori, emerge un Visconti considerato molto vicino a Proust: Kravanja ricorda alcune pagine di Deleuze sul cinema ed enumerando quelli che, a parere di Deleuze, costituiscono "gli aspetti proustiani" dell'intera produzione cinematografica di Visconti giunge alla conclusione che

"tutti questi aspetti (...) fanno di Visconti un vero cineasta del Tempo e non ci si può non rammaricare del fatto che il suo progetto di fare un film sulla Recherche non si sia concretizzato" (pag.49).

La sceneggiatura di Harold Pinter mette in luce, secondo Kravanja, una visione molto personale della Recherche, un tempo rapido, un "mosaico frammentato", affascinante per gli uni, sconcertante o incomprensibile per altri.

Passando ai film realizzati, "Un amour de Swann" di Schlöndorff viene liquidato con queste frasi lapidarie:

"Schlöndorff non è né Visconti né Bergman. Il suo film è costantemente minacciato dal pericolo di non essere che un bel film.
Non è assemblando brani di dialoghi della Recherche che si fa un film proustiano"
(pag. 92).

"Le Temps retrouvé" di Ruiz, definito "labirintico", "complesso", "barocco fantastico", è considerato da Kravanja "un'opera audiovisiva la cui inventività e originalità sono all'altezza della fonte letteraria" (pag.93).

Il giudizio è dunque molto buono ma, avverte Kravanja, il film di Ruiz può essere apprezzato non solo da chi abbia letto la Recherche ma, addirittura, da coloro che l'hanno letta nella seconda edizione della Pléiade: alcune sequenze infatti, come ad esempio la morte di Cottard, si riferiscono a pagine che sono state pubblicate solo in questa seconda edizione.

"La Captive" di Chantal Akerman se, da una parte, è il film che più degli altri si allontana dalla Recherche (Akerman non si è sentita vincolata da Proust) viene però giudicato un vero "film proustiano"

Ma quali sono le caratteristiche che un film (non necessariamente tratto direttamente dalla Recherche) deve possedere per poter venire considerato "proustiano"?

Alla fine del suo libro, Kravanja scrive:

"Un regista che voglia fare un film sulla Recherche (...) non farà un gran film se prima non è stato un gran lettore dell'opera, per poi "dimenticarla" -- ci si può permettere di dimenticare solo ciò da cui siamo stati profondamente assorbiti.

Adattare la Recherche ha meno a che fare con la fedeltà che con l'infedetà. Davanti a questo libro, come il Narratore alla fine del romanzo, siamo invitati a riscriverlo, totalmente infedele e miracolosamente esatto, come il Pierre Ménard di Borges che inventa parola per parola il "Don Chisciotte".

Tale è lo statuto vertiginoso della Recherche.


E Proust? Che ne pensava, Proust, del cinema?

Non lo amava, lo disprezzava, non lo considerava arte.

Da molte pagine di "Le Temps retrouvé" emerge chiaramente, secondo Kravanja, non una mera indifferenza ma una vera e propria "requisitoria anticinematografica" e conclude la sua analisi scrivendo che "il cinema era fatto per gli altri, non per Proust". Il cinema non lo interessava, preferiva il teatro, l' opera lirica, i balletti russi di Diaghilev.

Le ragioni di questa avversione erano di carattere estetico, avevano a che fare con il Tempo (ancora il Tempo!) ma, soprattutto, agli occhi di Proust la grande lacuna del cinema era la sua "ignoranza della metafora".

Nel prendere atto dell'atteggiamento di Proust nei confronti del cinema si deve però tener conto che il cinema era all'epoca di Proust, agli albori, e la tecnica cinematografica ancora pionieristica.

Non possiamo sapere se, con il mutare delle tecniche cinematografiche e con l'evolversi della storia del cinema, anche le sue idee in proposito sarebbero mutate...

Soprattutto, scrive Kravanja

"Se Proust non amava il cinema, era perchè il cinema non era ancora proustiano..."

(Marzo 2004)

N.B.: La traduzione dei brani citati è mia




Peter Kravanja (foto)
La pagina personale di
Peter Kravanja
Laureato in Ingegneria all'Università di Louvain in Belgio, da anni appassionato di Proust e di cinema, Peter Kravanja sta preparando una tesi di dottorato in ricerche cinematografiche ed audiovisive all' Università Sorbonne Nouvelle (Paris-3).






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