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copertina libro Estelle MONBRUN

MEURTRE
CHEZ
TANTE LÉONIE

249 pp.

Viviane Hamy, 1994
ISBN 2-87858-051-6


In italiano:
DELITTO IN CASA PROUST
Robin Edizioni



In Meurtre chez tante Léonie di Estelle Monbrun la Recherche costituisce il movente di un omicidio. E soprattutto un chiarissimo oggetto di brama di business.

Il romanzo si svolge interamente a Illiers-Combray, a proposito del quale uno dei personaggi si trova ad esclamare ad un certo punto, completamente allibito:
. "E' dunque da questo luogo insignificante, brutto persino, che è nato uno dei luoghi più alti della letteratura francese!" (pag.37)

Si tratta di un poliziesco scritto nella più pura tradizione del classico all'inglese (un "giallo" alla Agatha Christie, per intenderci).
Qualcuno lo ha accostato anche, giustamente a mio parere, al delizioso "Il professore va al congresso" di David Lodge.

M.me Bertrand-Verdon, presidente della società americana Proust Association, una francese avida, arrivista e priva di scrupoli, ha riunito a Illiers-Combray, nella casa della zia Léonie, professori ed esperti proustiani di tutto il mondo (tutti uomini, perché Madame "...detesta le donne...") per rivelare loro una scoperta sensazionale che intende sfruttare cinicamente per i propri fini.

Ben decisa ad ottenere quello che vuole, non si fermerà davanti a niente per non vedere ostacolati i suoi piani: chi tenterà di sbarrarle il cammino se ne dovrà pentire.

Ma la mattina del giorno in cui il convegno dovrà avere inizio viene trovata assassinata...

Come in ogni buon giallo che si rispetti, veniamo però ben presto a sapere che anche ciascuno dei convenuti ha qualcosa che non vorrebbe veder reso noto ed un valido movente per togliere di mezzo M.me Bertrand-Verdon.

Spetterà al commissario Jean-Pierre Foucheraux e a Gisèle Dambert, la giovane stagiaire segretaria dell'Associazione, districare la complicata matassa e, come si suol dire..."consegnare il colpevole alla Giustizia"

Provvisto di una solida struttura dal punto di vista dell'intreccio poliziesco, il libro può essere letto e gustato con gran piacere anche da chi non sia un esperto di Proust, e questo è già un grande merito, ai miei occhi.

Non ho però alcun dubbio che i/le proustofili/e si divertiranno moltissimo a leggere tra le righe di tutti i riferimenti a luoghi ed eventi proustiani.

Come resistere inoltre alla tentazione di intravvedere, nei personaggi del romanzo, una satira di tante notissime personalità del mondo critico-letterario - editoriale --- fancese ma non solo --- che ruotano attorno all'opera proustiana ed ai suoi manoscritti?

Innanzitutto la vittima.

Come avrà accolto -- mi chiedo -- questo libro la Segretaria della vera Association des Amis de Marcel Proust di Illiers-Combray? Lo avrà letto? Ci avrà riso sopra? Si sarà irritata? Avrà signorilmente fatto finta di ignorarlo? Si sarà congratulata con l'autrice? Chissà....

Ci sono poi, per citarne solo alcuni, il professor Verdaillon, che vuole pubblicare, tutto da solo, una edizione critica delle opere complete di Marcel Proust per non dividere con alcuno la fama che gliene deriverà, il celebre e inavvicinabile critico parigino Brachet-Léger, M. Desforge, il prestigioso editore dell'edizione critica della Recherche.

Viene da pensare che stavolta "ogni riferimento a persone realmente esistenti" sia "puramente non casuale"....

Ma l'autrice non risparmia le sue ironiche frecciate nemmeno agli americani.

La governante Émilenne, cui spetta il compito di mettere in ordine la casa per l'arrivo dei convegnisti dice "...ci si prepara per questi Americani come se fossero messia.... ma insomma va bene, purché portino dei soldi...". Insomma, con un'unica frase fulminante mette a posto con un colpo solo americani e francesi. Quando si dice "par condicio".

Certo è che il professor Rainsford dai capelli biondi, abbondanti e disciplinati, omologo americano del professor Verdaillon, viene dipinto con un pennello intinto nel vetriolo:

. coltiva discretamente lo stile Hemingway, affetta un accento oxfordiano con il pretesto che sua madre è inglese e attribuisce la scelta dei propri studi di francese alla memoria di una lontana antenata della Louisiana tacendo però che "molto verisimilmente si trattava di una delle numerose prostitute deportate a New Orleans nel XVIII secolo".

L' unica pubblicazione del professor Rainsford è un piccolo libriccino dal titolo "Critica della Critica delle nuove critiche: un punto di vista transatlantico".


Elyane Dezon Nella quarta di copertina leggo che Estelle Monbrun insegna letteratura francese alla Washington University a Saint Louis, Missouri.

Leggo anche che il nome è uno pseudonimo dietro il quale si cela una nota specialista di Marcel Proust.

Questo è più che sufficiente per stimolare la mia curiosità: una breve ricerca in rete, ed ecco trovato.

Dietro lo pseudonimo si nasconde (ma non troppo) l'americana Elyan Dezon-Jones, specialista di Proust (lunghissimo l'elenco delle sue pubblicazioni sull'opera proustiana che troviamo nella sua pagina personale sul sito dell'Università), di Marguerite Yourcenar nonché di scrittura al femminile.

Elyane Dezon-Jones avrebbe scritto questo libro, dicono i pettegolezzi di rete, per distrarsi e passare il tempo durante una convalescenza.

A giudicare dal risultato, il tempo è stato impiegato molto bene! ;@)



fiori


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1998