Personaggi della Recherche




IL DUCA DI GUERMANTES


Il Narratore e la sua famiglia hanno traslocato da poco in un appartamento preso in affitto a Parigi nel palazzo Guermantes.




Ma, se il palazzo di Guermantes cominciava per me alla soglia del suo vestibolo, le sue "dipendenze" dovevano estendersi molto più in là, secondo il giudizio del duca, il quale, stimando i suoi locatari altrettanti fattori, paltonieri o compratori di beni nazionali la cui opinione non contava affatto, si faceva la barba la mattina in camicia da notte alla finestra, scendeva nel cortile, secondo che aveva più o meno caldo, in maniche di camicia, in pigiama, in una giacca da casa scozzese dagli strani colori e dal lungo pelo, con dei paltoncini chiari più corti della giacca; e si faceva trottar davanti, per mano di uno dei suoi staffieri, qualche cavallo nuovo che aveva comprato.

Più d'una volta anzi il cavallo sporcò la stuoia della porta di Jupien, il quale fece indignare il duca chiedendogli un'indennità.




All'Opéra Garnier, la sera in cui la Berma recita "Phédre" di Racine




Il duca di Guermantes seguiva sua moglie, coi riflessi del suo monocolo, lo splendore dei suoi denti, il candore della sua bottoniera e del suo plastron inamidato, che obbligavano a star ben larghi, per far posto alla loro luce, i suoi sopraccigli, le labbra, i risvolti del frac.



Nel salotto della marchesa di Villeparisis


...quell'enorme gaudente, che stava invecchiando ma conduceva sempre una vita da giovinotto.

Facendo scorrere sul gran numero di persone che circondavano la tavola del tè gli sguardi affabili, maliziosi e un po' abbagliati dai raggi del sole al tramonto di quelle sue piccole pupille nere situate nel mezzo dell'occhio esattamente come le "mosche" ch'egli sapeva azzeccar così bene da quel perfetto tiratore che era, il duca avanzava con una lentezza meravigliata e prudente; come se, intimidito da una così brillante assemblea, avesse temuto di calpestar qualche vestito o di disturbare le conversazioni.

Un sorriso permanente da buon re di favola, leggermente imbambolato, una mano mezzo spiegata che oscillava, come la pinna d'un pesce, all'altezza del petto, e che egli lasciava stringere indistintamente ai suoi vecchi amici o agli ignoti che gli venivano presentati , gli permettevano, senza aver bisogno di fare un sol gesto né di interrompere quel suo giro bonario, pigro e monarchico, di soddisfare alla cortesia di tutti

(...)

Formidabilmente ricco in una società dove si era sempre meno tali, avendo assimilato alla sua persona in modo permanente la nozione del suo enorme patrimonio, in lui la vanità del gran signore era raddoppiata da quella del riccone, l'educazione raffinata del primo arrivando appena appena a contenere l'insolenza del secondo.

Si comprendeva, d'altronde, che i suoi successi presso le donne, che facevano la disperazione di sua moglie, non fossero dovuti soltanto al nome e al suo denaro, perchè era ancora un uomo di gran bellezza con nel profilo la purezza e la nettezza dei tratti di qualche dio greco.

--- I Guermantes





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1998

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