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EDWARD M. FORSTER
(1879-1970)

"... l'uso del ritmo nella letteratura"


Romanziere e saggista, tra le sue opere più celebri "Camera con vista", "Passaggio in India", "Maurice", "Casa Howard".

Il brano che segue è un frammento di "Aspects of the novel" tratto da un passo in cui Forster affronta il tema del valore del ritmo in letteratura inserito nella prefazione di Agostino Lombardo alla traduzione italiana “Casa Howard” in edizione Feltrinelli.

Ringrazio Dario Maccari che me l'ha segnalato e ricordato.

Edward M. Forster (foto)



Noi non siamo obbligati ad approvare le descrizioni musicali di Proust (sono troppo pittoriche per il mio gusto): ma ciò che dobbiamo ammirare è il suo uso del ritmo nella letteratura, e il suo uso di qualcosa che è per natura affine all’ effetto che deve produrre – e cioè una frase musicale.Udita da varie persone – prima da Swann poi dal protagonista – la frase di Vinteuil non è qualcosa di legato; non è uno stendardo come quelli che usa George Meredith ... uno stendardo può soltanto riapparire, il ritmo può svilupparsi, e la piccola frase ha una vita propria, che non è legata alle vite dei suoi ascoltatori né a quella dell’ uomo che l’ ha composta. Essa è quasi un attore, ma non del tutto, e questo non del tutto significa che essa riesce a legare il libro di Proust dall’ interno, a creare bellezza e a rapire la memoria del lettore. A volte la piccola frase significa tutto, per il lettore. Altre volte non significa nulla e viene dimenticata, e questa sembra a me la funzione del ritmo della narrativa; non quella d’esser lì tutto il tempo, come uno schema, ma quella di colmarci di sorpresa e freschezza e speranza col suo delizioso apparire e svanire.

Edward M. Forster




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1998