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CLAUDIO MAGRIS:

"ENCICLOPEDIA DEL CUORE E DEL LIGUAGGIO.
UNA TOTALIZZANTE EPOPEA"



Nato a Trieste nel 1935, lo scrittore e germanista Claudio Magris è uno dei più notevoli saggisti contemporanei e un grande specialista della letteratura mitteleuropea.

Tra i suoi libri più noti, "Il mito asburgico nella letteratura austriaca moderna", "Danubio", "Microcosmi".

Il brano che segue fa parte di un lavoro assai più ampio, pubblicato parecchi anni fa nell'ambito di una storia letteraria dall'Istituto dell'Enciclopedia Italiana e precisamente l'Enciclopedia del '900.

Ringrazio Gianni Carotti che me lo ha segnalato e Claudio Magris che mi permette di pubblicarlo.



Enciclopedia del cuore e del linguaggio, A' la recherche du temps perdu non è soltanto il più grande trattato sulle passioni umane offerto dal XX secolo, ma è anche il romanzo che si è più genialmente servito della quarta dimensione, il tempo, per delineare i personaggi.

Questo tempo bergsoniano è quello della durata e del ricordo, nel cui edificio mirabile si ricrea la vita perduta e se ne estrae il senso essenziale, ed è il tempo dello scrivere che ripercorre l'esperienza e lo stesso ricordare.

Nella sua stanza e a letto, dopo aver vissuto, Proust vive veramente, ossia ritrova il cuore della vita; l'attimo - la reminiscenza che affiora istantanea grazie al profumo della madeleine o al tintinnio di un cucchiaio - è il perno intorno al quale si dipana il filo del tempo ritrovato, di "tutto" il tempo ritrovato. I nomi e la loro eco riportano e ricreano non solo una figura, ma la realtà intera del mondo che non sarebbe tale senza quella eco e quell'ombra, così come sono Claudio Magris, fotol'apparire della signora Swann e
il ricordo del suo apparire che danno senso e totalità al Bois de Boulogne.

La Recherche è lo struggente e sterminato catalogo che porta alla luce l'impalpabile vita del cuore umano, che l'esistenza rimuove come marginale e anarchica e che invece contiene l'essenza della vita vera, esiliata e impossibile nell'ambito della vita falsa e imperante: l'amore, la gelosia, il rimpianto, l'oblio, il desiderio e la sua estinzione, le struggenti e impercettibili intermittenze del cuore sono i luminosi frammenti di una biografia che non può costruirsi saldamente come nel romanzo classico, ma può vivere solo nella dispersione o nella sublimazione, e può essere costruita solo dal ricordo, dalla parola, dalla poesia.

Grande affresco sociale che cela sotto l'apparente snobismo il mistero della società ovvero la sua base economica, la Recherche è pure una grande opera di denuncia sociale, perché mette disperatamente a nudo il dissidio fra quella vita sociale e la vita vera che ne è avvolta e sepolta.

Sinuoso e tentacolare, il periodo proustiano circuisce questa vita vera che brilla solo in absentia, solo nel ricordo e nella parola; la totalità epica di Proust, cui i biancospini di Combray o gli occhi azzurri della signora di Guermantes danno un volto incomparabile, è la totalità straziata e dispersa che giace nel cuore degli individui alienati e che solo il libro, il segno chiamato a rappresentare la vita, può magicamente ricostruire.

Nella pagina di Proust il minimo - il nome di un paese, una sfumatura di luce - riacquista piena dignità, brilla di luce inestinguibile: la luce della vita vera, che splende nella scrittura.




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Pagine realizzate da Gabriella Alù
1998