Proust spiegato da Proust





LA CORRISPONDENZA




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LA TESTIMONIANZA DI CÉLESTE


Uno dei drammi della fine della sua vita è stata l'inquietudine ed il rimorso per avere intrattenuto troppa corrispondenza.

Me ne ha parlato spesso, era diventata un'ossessione.

- Céleste, vedrete, appena sarò morto, tutti pubblicheranno le mie lettere. Ho avuto torto, ho scritto troppo. Malato come sono e come sono sempre stato, non ho avuto contatti con il mondo che scrivendo. Ma devo prendere disposizioni. Si, devo fare in modo che nessuno abbia il diritto di pubblicare tutta questa corrispondenza.

Era il suo tormento, ci tornava sopra di continuo, ne parlava anche ad altri.

(...)


Che imprudenza, Céleste!
Quelli che non le pubblicheranno, le venderanno.
Avrò fornito a tutta questa gente delle frecce che si scaglieranno contro di me!


Era per lui una catastrofe, che ha rattristato i suoi ultimi mesi di vita. Tuttavia ha continuato a scrivere e a rispondere. Perchè era vero che, man mano che vedeva sempre meno gente, questo costituiva per lui pressocché il suo solo contatto con il mondo.

-- Céleste Albaret



Si critica spesso la corrispondenza di Proust per la sua futilità; bisogna ancora leggerla: essa permette di stabilire la genealogia delle sue idee, il loro precedere la trama romanzesca.

L'ideologia vi precede la finzione

-- Jean -Yves Tadié








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1998