Il testo originale francese di questa pagina di Green si trova sul sito del Centro di Ricerca Kolb-Proust.
Questa traduzione è mia.


LA CORRISPONDENZA DI
MARCEL PROUST



Proust non destinava la sua corrispondenza alla pubblicazione. Le sue lettere erano innanzitutto un modo di comunicare. Molte di esse sono l’equivalente di quello che oggi costituirebbe oggetto di un messaggio telefonico o elettronico. Poiché Proust aveva un senso molto raffinato delle relazioni umane e poco senso pratico, i motivi più banali, come un invito a cena possono accompagnarsi a spiegazioni diplomatiche lunghe e sottili.

Certe lettere sono piene di humor, altre esprimono una profonda tristezza. Proust vi si mostra così come apparve ai suoi contemporanei: sensibile e intelligente, spesso affascinante, a volte esasperante. A partire dal momento in cui Proust si consacrò alla composizione del suo romanzo, e poiché si imponevano dunque lunghi periodi di reclusione, la corrispondenza divenne un modo di mantenere legami affettivi e sociali.

Poiché Proust non ha mai tenuto un diario, le sue lettere costituiscono il documento più importante che esiste sulla sua vita e sulla sua carriera di scrittore.
Esse permettono di seguire lo sviluppo della sua opera letteraria e di rintracciarne le fonti d’ispirazione nella realtà.
Per la diversità ed il numero dei destinatari, la corrispondenza di Proust è anche una meravigliosa fonte di documentazione sulla società parigina e la cultura francese al volgere del secolo. Tra altri temi di attualità, vi si trovano evocati l’affare Dreyfus, il processo di Oscar Wilde, la separazione tra Chiesa e Stato, la prima guerra mondiale, Wagner, i balletti russi, il movimento Dada, la teoria della relatività.

Dopo la morte di Proust, Robert Proust pubblicò sei volumi di lettere (Correspondance générale de Marcel Proust, Paris, Plon, 1930-1936). Alcuni corrispondenti di Proust, come Lucien Daudet o George de Lauris, pubblicheranno le lettere che avevano conservato.

Philip Kolb ha ripreso il lavoro in maniera sistematica e rigorosa, cercando di datare le lettere (le quali, per la maggior parte, non lo sono) e di stabilire il testo dall’originale. Pubblicò prima parecchie raccolte separate: Correspondance avec sa mère (1953), Marcel Proust et Jacques Rivière: Correspondance (1955), Lettres à Reynaldo Hahn (1956), Lettres retrouvées (1966).

Nel 1970 la casa editrice Plon pubblicò il primo volume della Correspondance de Marcel Proust, stabilita, datata e annotata da Phlip Kolb. Il ventunesimo ed ultimo volume è comparso nel 1993, qualche mese dopo la morte di Philip Kolb. In questa edizione, le lettere sono classificate in ordine cronologico; ogni volume, tranne i primi due che vanno dal 1880 al 1901, copre uno o due anni.

Se Philip Kolb giunse, come Proust, a portare a termine l’opera della sua vita, era però ben consapevole di non aver raccolto che solo una parte delle lettere di Proust. Molte di esse, appartenenti agli eredi dei destinatari o a collezionisti, sono ancora inedite. Le lettere di Proust sono oggi tra le più quotate sul mercato degli autografi francesi. La Bibliothèque Nationale ed alcune biblioteche europee ed americane posseggono collezioni di lettere. L’Università di Urbana-Champaign possiede circa 1100 lettere.

-- V. Green