GIOVANNI MACCHIA E GLI ANGELI DI PROUST




Nella premessa al suo bel libro su Marcel Proust dal titolo L'angelo della notte, Giovanni Macchia scrive

"Non è raro che, leggendo l'opera di Proust, gli angeli vi facciano le loro apparizioni.

Sono gli angeli di Giotto e Padova rappresentati come volatili di una specie particolare e che forse avevano figurato nella storia naturale dei tempi biblici ed evangelici.

angelo di Giotto


Oppure, nella vita di ogni giorno, le brave telefoniste, Vergini Vigilanti di cui s'ascolta la voce senza mai vederne il volto e che si tramutano in Angeli Guardiani delle tenebre di cui sorvegliano gelosamente le porte.

O, nel mondo dell'inconscio, ecco apparire la Volontà, il Pensiero, quali Angeli Sterminatori che ci proteggono dalle basse emanazioni della memoria.

O gli angeli puri che nei nostri atti più voluttuosi e colpevoli vorrebbero proteggere le nostre buone intenzioni, e piangono nel loro martirio.

O angeli come intercessori, o angeli alle porte di Sodoma, o serafini e cherubini che si celano tra il personale di Doncières."