Elisabeth de Gramont pubblica, nel marzo del 1920, "L'Almanach des bonnes choses de France". Nella prefazione del libro, che ha un enorme successo, scrive che "l'immaginazione gioca un ruolo preponderante nella degustazione dei cibi". Non si tratta di un libro di ricette ma di un'opera letteraria piena di immagini, evocazioni, ricordi e nella quale si leggono frasi come "l'odeur de mon pays etait dans une pomme, je l'ai mordue avec les yeux fermés du sonne".
Proust è entusiasta di questo libro, in dicembre scrive alla duchessa, enfaticamente, che si tratta di "un libro divino che fa del mio digiuno di malato un regalo da gourmet permettendomi di fare con l'immaginazione passeggiate e banchetti". L'entusiasmo di Proust è reale, al punto che nella Recherche il libro della duchessa viene citato due volte:
Edouard Manet La Botte d'asperges Wallraf-Richartz Museum, Colonia |