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Cristina Giua

LA RECHERCHE E IL CINEMA

ciak!



E’ possibile ridurre 3500 pagine di un romanzo dalla trama quasi impercettibile, come "À la recherche du temps perdu", in un film per un pubblico che probabilmente di Proust non sa nulla e non ha letto nulla ?

Aspettando di vedere il film che il regista cileno Raoul Ruiz ha tratto dall’ultimo volume della Recherche "Le temps retrouvé", quello di Proust con il cinema sembra essere un incontro mancato o per lo meno, rimandato.

Il primo progetto di trarre un film dalla Recherche, infatti , risale al 1964, quando la produttrice francese Nicole Stéphane, dopo averne acquistato i diritti per la riduzione cinematografica, pensa a René Clément per la regia, a Jeanne Moreau per la parte di Odette e a Mastroianni per quella di Swann, mentre per la sceneggiatura si rivolge ad Ennio Flaiano .

Flaiano accetta la proposta e qualche mese più tardi consegna un adattamento basato essenzialmente sull’amore tra il Narratore e Albertine e su quello tra Charlus e Morel, dichiarando che l'intenzione era quella di una


“riduzione cinematografica su una scelta alternata dei fatti che riguardano Albertine e Charlus. Ma mentre il filone di Albertine dovrà seguire una linea imposta dalla memoria, il filone Charlus seguirà una linea cronologica reale (1)



copertina

Il progetto non va in porto, ma nel 1969 la produttrice francese ci riprova, offrendo la regia del film a

Luchino Visconti




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(1) cfr. Ennio Flaiano "Progetto Proust"




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1998



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