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Maria Giacoma Mancuso Fuoco

INSEGNARE PROUST?
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Maria Giacoma Mancuso Fuoco insegna Lingua e Letteratura francese al Liceo Scientifico "Ettore Majorana" di Nicosia, una cittadina di montagna in provincia di Enna, nel cuore della Sicilia

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Nicosia


Come riuscire a interessare a Proust e alla sua immensa opera una classe numerosa avendo un denso programma annuale da svolgere e poche ore alla settimana per insegnare sia la lingua che la letteratura?

Le ho rivolto queste domande e lei mi ha risposto con questa "scheggia" di esperienza che propongo anche a voi.





Ottobre: tempo di programmazione.

Quest'anno mi ritrovo alunni di quinto anno particolarmente sensibili e pronti a recepire le riflessioni, le emozioni, le paure, i sogni, gli ideali... dei loro "compagni" di un tempo.

Le immagini che i libri di testo presentano dei vari scrittori danno sempre l'idea di qualcuno morto e sepolto, e che, vissuto in altra epoca, non ha più niente da spartire con noi. Il mio primo tentativo è dunque quello di convincere i ragazzi di pensare a queste persone come vive, attuali, carichi degli stessi conflitti, delle stesse paure, degli stessi sentimenti, ma capaci di esprimerli in modo straordinario; il linguaggio ci può risultare estraneo perché siamo abituati a un linguaggio diverso, troppo comune, dove la parola viene spesso ab-usata.

Nel 2° quadrimestre normalmente inizio con la letteratura del Novecento e propongo come primo autore Proust.

Da quando ho preso dimestichezza col computer, pensando di rendere più stimolante la lezione, mi servo di Power Point. Devo dire che in parte funziona, visto che il tentativo di un ritorno alla "spiegazione" tradizionale è stato subito bocciato da alcuni di loro. Questo tipo di presentazione permette ai ragazzi di soffermarsi sul concetto-base mentre io tento di ampliarlo e/o approfondirlo, inoltre le immagini degli autori del tempo, consentono loro di conoscere altri artisti o di fissare meglio quelli già trattati; infine, con l'inserimento della musica del periodo, gli allievi vengono esposti ad una musica diversa da quella che ascoltano abitualmente.

La scelta di Proust è dovuta alla sua complessità, al fatto che riflette in maniera geniale i mutamenti intervenuti nel nuovo secolo ed il travaglio dei tempi, al suo modo di raccontare i conflitti dell'io, alle tecniche narrative introdotte, che influenzeranno intere generazioni. Particolarmente interessante è la reazione dei ragazzi di fronte ai concetti espressi magistralmente dall'Autore su temi che li coinvolgono a questa età: l'amore, la gelosia, le "intermittenze del cuore", la memoria, il tempo, la sconfitta della morte...

Più difficile risulta il momento iniziale, perché è il momento più delicato, il momento "magico", l'attimo in cui l'alunno sfiora e scruta il nuovo "arrivato".

È lì che ci si gioca tutto. Se si riesce a creare curiosità, voglia di andare oltre, si hanno buone probabilità di avviare gli alunni a una lettura autonoma e personale dell';opera, oppure ci si ferma, ahimé, alla "lezione" scolastica. Non esiste una ricetta che valga per tutti ed ogni volta si ripropone il problema di come raggiungere l'auditorio senza annoiarlo e non solo, occorre suscitare quel quid che li metta in attesa.

È una sfida: a volte si vince, a volte si perde. A seconda di come entrano in campo e di come vengono recepite le famose strategie.

Quest'anno è andata più o meno così:



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1998


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