Proust spiegato da Proust: Lettere, interviste, testimonianze




LA DEDICA A
JACQUES DE LACRETELLE


Caro amico, non ci sono chiavi per questo libro, o meglio, ce ne sono otto o dieci per uno solo; anche per la chiesa di Combray, la mia memoria mi ha fornito come "modelli" molte chiese. Non saprei più dirvi quali. Non mi ricordo più se la pavimentazione viene da Saint-Pierre- Sur- Dives o Lisieux.
Certe vetrate sono sicuramente di Evreux, altre della Sainte-Chapelle e diPont-Audemer.


I miei ricordi sono più precisi per la Sonata. Nella misura in cui la realtà mi è servita, molto poco a dire il vero, la piccola frase di questa Sonata, e non l'ho detto mai ad alcuno, è, nella serata di Saint-Euverte, la frase bella, ma mediocre, di una sonata per pianoforte e violino di Saint-Saens, musicista che non amo. (Vi indicherò esattamente il passaggio che ritorna molte volte e che era il trionfo di Jacques Thibaud).
Jacques Thibaud (1888-1953)
in un disegno di Abel Faivre


Più avanti nella stessa serata, non mi sorprenderei se parlando della piccola frase avessi pensato all'Incantesimo del Venerdi Santo. Sempre durante questa serata, quando il piano e il violino gemono come due uccelli che si rispondono, ho pensato alla Sonata di Franck (soprattutto suonata da Enesco) il cui quartetto apparirà in uno dei volumi seguenti.


Il violinista  Enesco (foto)
Il violinista rumeno Georges Enesco
(1881 - 1955)


I trilli che coprono la piccola frase in casa Verdurin mi sono stati suggeriti da un preludio del Lohengrin ma essa stessa, in quel momento, da un brano di Schubert.

Esso è, nella stessa serata dai Verdurin, un incantevole brano di Fauré.

Posso dirvi che (serata Saint-Euverte) ho pensato per il monocolo di M. de Saint-Candé a quello di M. de Bethmann, non il Tedesco, benchè egli ne sia un pò l'origine, il parente di Hottinguer, per il monocolo di M. de Forestelle a quello di un ufficiale fratello di un musicista che si chiamava M. d'Ollone, per quello del generale di Froberville al monocolo di un preteso uomo di lettere - un vero bruto - che ho incontrato dalla principessa di Wagram e sua sorella, e che si chiamava M. de Tusseau.

Il monocolo di M. de Palancy è quello del povero e caro Louis di Turenne che non si aspettava certo di trovarsi un giorno imparentato con Arthur Meyer, se giudico dalla maniera in cui l'ha trattato un giorno a casa mia. Lo stesso monocolo di Turenne passa in "Dalla parte dei Guermantes" a M. de Bréauté, credo.

Infine ho pensato, per l'amicizia di Gilberte agli Champs-Elysées con la neve, ad una persona che è stata il grande amore della mia vita senza che essa l'abbia mai saputo (o l'altro grande amore della mia vita, perchè ce ne sono stati almeno due), Mlle Bénardaky oggi (ma io non l'ho più vista da molti anni) principessa Radziwill.

Ma ben inteso i passaggi più liberi, relativi a Gilberte all'inizio di "All'ombra delle fanciulle in fiore" non si applicano affatto a questa persona, perchè non ho mai avuto con lei che rapporti più che convenienti. Per un momento, quando passeggia al tiro al piccione, ho pensato per Mme Swann ad una bellissima cocotte di quel tempo, che si chiamava Clomesnil. Vi farò vedere delle sue fotografie. Ma è solo in quel momento che Mme Swann le assomiglia.

Ve lo ripeto, i personaggi sono interamente inventati, e non c'è alcuna chiave. perciò non c'è nemmeno alcun rapporto tra Mme Verdurin e Mme de Briey. E tuttavia, questa ride alla stessa maniera.

Caro amico, vi testimonio molto maldestramente la mia gratitudine per la commovente pena che vi siete dato per procurarvi questo volume, riempiendolo di note.

Per quello che mi chiedete di copiare manca lo spazio ma, se volete, potrò farlo su fogli volanti che voi inserirete.

Nell'attesa, vi invio l'espressione della mia amichevole riconoscenza.

firma

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N.B.:La foto del disegno di Faivre è di Varlingue-Viollet ed è contenuta nel libro di Yehudi Menhuin "La légende du violon", ed. Flammarion, 1996, pag.139.
Ringrazio Philippe Jalabert che l'ha digitalizzata e me l'ha inviata per arricchire questa pagina :-)



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1998