Proust e la pittura > Benozzo Gozzoli





BENOZZO GOZZOLI
(1420-1497)




Cappella Medici-Riccardi

Firenze
La Cappella Medici-Riccardi con gli affreschi di
Benozzo Gozzoli



Gozzoli, parte degli affreschi

Benozzo Gozzoli
Affresco "La processione dei Magi" (part.).
Firenze, Palazzo Medici - Riccardi.


Gozzoli, parte degli affreschi

Benozzo Gozzoli
Affresco La processione dei Magi (part.).
Firenze, Palazzo Medici - Riccardi.


Gozzoli, parte degli affreschi

Benozzo Gozzoli
Affresco "La processione dei Magi" (part.).
Firenze, Palazzo Medici - Riccardi.



(Cliccare sulle immagini per ingrandirle)

Gozzoli, il pittore fiorentino tanto caro a John Ruskin, ricorre più volte nella Recherche, utilizzato soprattutto per illustrare alcune caratteristiche dei suoi personaggi o il loro modo di venire percepiti dagli altri.

Ne "La prigioniera", Gozzoli serve a Proust per evocare la mutevolezza delle persone, come quando scrive della brigata delle fanciulle in fiore e di Albertine nei due scenari di Balbec, così diversi l'uno dall'altro e tra i quali "si stendeva l'intervallo di parecchi anni a Parigi"

"la vedevo, nei vari anni della mia vita, occupare rispetto a me posizioni diverse che mi rendevano sensibile la bellezza degli spazi interposti [...] Questo, d'altronde, era dovuto al sovrapporsi [...] delle immagini successive che m'ero costruito di Albertine [...] in una germinazione, una moltiplicazione si se stessa [...]. Gli esseri, infatti, compresi quelli di cui abbiamo così a lungo sognato che ci sembrano appena delle immagini, figure di Benozzo Gozzoli rilevate su un fondo verdastro, e le cui sole variazioni alle quali siamo propensi credere sono quelle dipendenti dal variare del nostro punto di vista, della distanza che ce ne separa, dell'illuminazione. Quegli esseri, mentre cambiano in rapporto a noi, cambiano anche in se stessi "

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Ma già ne "La strada di Swann" Proust era ricorso a Gozzoli (e precisamente agli affreschi del Camposanto di Pisa), quando, descrivendo il padre durante la famosa "notte del bacio", aveva scritto:

"lui era ancora davanti a noi, alto nella sua camicia da notte bianca sotto lo scialle indiano viola e rosa che da quando soffriva di nevralgie si annodava intorno alla testa con il gesto di Abramo che, nella stampa di Benozzo Gozzoli regalatami da Swann dice a Sara che deve separarsi da Isacco"

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Ed ancora Gozzoli (il corteo dei Magi di Palazzo Medici-Riccardi a Firenze) Proust utilizza in "All'ombra delle fanciulle in fiore" per illustrare la mania di Swann di segnalare somiglianze tra volti reali e volti dipinti:

"La mania, cui Swann indulgeva, di rintracciare somiglianze nella pittura era difendibile, dal momento che anche la cosiddetta espressione individuale è [...] qualcosa di generale, riscontrabile in varie epoche. Ma, a dare retta a Swann, i cortei dei re magi, già così anacronistici quando Benozzo Gozzoli vi introduceva i Medici, lo sarebbero stati ancora di più, perchè avrebbero ospitato i ritratti di una moltitudine di uomini contemporanei non di Gozzoli ma di Swann, cioè posteriori non soltanto di quindici secoli alla natività, ma di quattro allo stesso pittore"

(Nota: Come ricorda Beretta Anguissola, alcuni critici d'arte hanno riconosciuto negli affreschi le fisionomie di Cosimo, Piero e Lorenzo de' Medici oltre che dello stesso Gozzoli)









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1998