Proust spiegato da Proust: Lettere, interviste, testimonianze






"NON CI SONO CERTEZZE, NEPPURE GRAMMATICALI..."


Nel cuore della notte squilla il campanello di casa Straus (Madame Geneviève: uno dei tanti modelli della duchessa di Guermantes).

Vai alla pagina di M.me Straus


Odilon Albaret, l'autista di Marcel, consegna una lettera.

Poichè alcuni (tra i quali anche Gide) rimproveravano a Proust di fare, scrivendo, errori di francese, è interessante leggere cosa pensasse lui, Proust, della grammatica e dello stile.




Venerdi, Gennaio 1908



Signora,

vi ringrazio infinitamente della vostra lettera così affascinante, divertente, gentile..Le sole persone che difendono la lingua francese (o l'Esercito come durante l'Affaire Dreyfus) sono quelle che "l'attaccano". L'idea che ci sia una lingua francese, esistente al di fuori degli scrittori e che si debba proteggerla è inaudita. Ogni scrittore è costretto a farsi una sua lingua, come ogni violinista è costretto a farsi un suoRitratto di Thibaud (part.) "suono". E tra il suono di un violinista mediocre e il suono (per la stessa nota) di Thibaut, c'è un infinitamente piccolo che è un mondo! Non voglio dire che amo gli scrittori originali che scrivono male. Preferisco - e forse è una debolezza - quelli che scrivono bene. Ma essi non cominciano a scrivere bene che a condizione di essere originali, di farsi la loro lingua. La correttezza, la perfezione dello stile esiste, ma di là dall'originalità, dopo aver attraversato i fatti, non al di qua. La correttezza al di qua "emozione discreta", "bonarietà sorridente", "anno tra tutti abominevole" non esiste. La sola maniera del difendere la lingua consiste nell'attaccarla, ma si, signora Straus!

Perchè la sua unità non è fatta che di contrari neutralizzati, d'una immobilità apparente che nasconde una vita vertiginosa e perpetua. Poiché non si "tiene", non si fa bella figura, a petto degli scrittori del passato, che a condizione d'aver cercato di scrivere in modo tutto diverso. E quando si vuol difendere la lingua francese, in realtà si scrive tutto il contrario del francese classico.

Esempio: i rivoluzionari Rousseau, Hugo, Flaubert, Maeterlink "tengono" accanto a Bossuet. I neoclassici del diciottesimo e dell'inizio del diciannovesimo secolo, e la "bonarietà sorridente" e l' "emozione discreta" di tutte le epoche, con i maestri stonano.

Ahimè i più bei versi di Racine : "Je t'amais inconstant, qu'eusse-je fait fidéle! / Pourquoi l'assassiner? Qu'a-t-il fait? A quel titre? / Qui te l'a dit?", non sarebbero mai passati, neppure ai nostri giorni, su una rivista...Nota, in margine, per la "Difesa e il decoro della lingua francese".

"Io capisco il vostro pensiero; volete dire io t'amavo incostante, cosa sarebbe stato se tu fossi stato fedele. Ma è espresso male. Può significare altrettanto bene che siete voi che sareste stato fedele. Preposto alla difesa e al decoro della lingua francese non posso lasciarlo passare".

Ahimè, signora Straus, non ci sono certezze, neppure grammaticali. E non è forse meglio? Perchè così una forma grammaticale può essere bella essa stessa, perchè può esser bello soltanto ciò che può portare il segno della nostra scelta, del nostro gusto, della nostra incertezza, del nostro desiderio e della nostra debolezza. Signora, quale triste follia mettermi a scrivere di grammatica e letteratura. E sono così malato! In nome del cielo non una parola di tutto ciò . In nome del cielo... al quale non crediamo né l'uno né l'altra.

Rispettosamente vostro





N.B.
  • I versi di Racine sono tratti dall'   Andromaca

  • Il particolare del ritratto del grande violinista Thibaud è tratto dalla foto del disegno di Faivre di Varlingue-Viollet. La foto è contenuta nel libro di Yehudi Menhuin "La légende du violon", ed. Flammarion, 1996, pag.139.






Torna all'indice


torna alla pagina principale


Pagine realizzate da Gabriella Alù
1998