Ha luogo nel bosco di Meudon, all'Ermitage di Villebon.
I padrini di Lorrain sono Paul Adam, il romanziere, e Octave Suzanne, critico d'arte. I padrini di Proust sono Jean Béraud -- il celebre pittore della vita parigina -- e il maestro d'armi Gustave de Borda, che per anni è stato uno spadaccino imbattibile. Gli avversari si scambiano due colpi inefficaci a venticinque metri di distanza, "probabilmente - come volevano le buone maniere quando non era in gioco una questione di estrema gravità - sparando in aria", scrive Painter. Il giorno 7, Le Figaro riferisce che nessuno è rimasto ferito. "Proust si comportò molto coraggiosamente, nonostante non abbia molta forza fisica" dirà Béraud a Robert Dreyfus molti anni dopo, e Reynaldo Hahn annota nel suo diario: "Marcel è stato coraggioso, fragile, charmant" Robert de Flers scrive a France: "Marcel Proust è stato l'altro ieri il più delizioso eroico dei vendicatori di fronte a quel miserabile che sapete". Ma siccome Proust non sciupava nemmeno una briciola delle esperienze della sua vita... ecco che ne La Prigioniera troviamo, puntualmente, una paginetta di riflessioni su un uomo che deve battersi a duello... |