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1855 - 1906 Lo scrittore e critico letterario Jean Lorrain, il cui vero nome è Paul Duval, viene così descritto da Painter: |
Lorrain era un grosso e flaccido invertito del tipo del barone Doasan, suo grande amico. Si drogava, si truccava e si incipriava, e portava un'infinità di anelli gemmati alle dita grasse, bianche, molli, viscide come pesci. Aveva labbra grosse e umide, occhi azzurri come i tratti di matita di cui li circondava, e sopra di essi pendevano inverosimili palpebre da paralitico, "simili a mantici di diligenze" diceva Jules Renard. Lorrain apparteneva a quel pericoloso tipo di invertito che cerca di sviare i sospetti fingendosi virile ed accusando di omosessualità tutti gli altri. |
Dopo che Oscar Wilde fu imprigionato, non era rimasto che un solo invertito di classe: era Jean Lorrain che portava anelli scarabeo a ogni dito, cravatte a sbuffi e tingeva all'henné quello che dei suoi capelli riusciva a vedere nello specchio; raccontava in termini crudi e nello stesso tempo poetici il fascino segreto dei battellieri di Billancourt" |
Quando, nel 1896, Proust pubblica Les Plaisirs et les Jours, Lorrain nella sua recensione del 1° luglio scrive di lui, su Le Journal, come di
Torna di nuovo alla carica pochi mesi dopo. Il 3 febbraio 1897 scrive infatti, sempre su Le Journal
Si tratta di una vera e propria pubblica accusa di omosessualità, che coinvolge insieme Proust e Lucien Daudet. Proust sfida Lorrain in un duello che ha luogo tre giorni dopo, il 6 febbraio 1897. Uno stralcio da La Prigioniera in cui Proust riflette sui pensieri di un uomo che sta per battersi in duello |