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Dario Maccari

LA "POLTRONA PROUST".
Una visita alla Triennale
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Dario Maccari studia storia e critica delle arti a Milano ed è molto interessato al design, all'architettura ed all'arte contemporanea.

Il racconto che segue è nato, secondo quanto lui stesso mi ha scritto  "...da considerazioni molto personali emerse in seguito ad una visita pomeridiana alla Triennale di Milano: per inaugurare il nuovo allestimento degli interni, era stata allestita una esposizione di alcuni significativi oggetti storici del design "made in Italy" selezionati da Gillo Dorfles, uno tra i più autorevoli esploratori del contemporaneo.

Tra gli oggetti presenti, non mancava la "poltrona Proust" di Alessandro Mendini, opera scelta in quanto testimonianza emblematica del postmoderno . "


Di Dario Maccari potete leggere anche, su questo sito, "Pittoricità proustiana"




Velluto e seta, seta e velluto e
bouquets alla Makart e mancanza d'aria e di luce,
e tendaggi e tappeti e arrangements --- grazie a Dio , tutto questo ora è finito.


Adolf Loos -- Parole nel vuoto




Arrivato ai piedi della facciata della Triennale, mi lasciai inghiottire con piacere dalla grande arcata che, aperta in uno sbadiglio decò, con le volte del suo palato, poteva proteggermi dalla pioggia.

Speravo di incontrare più incandescente il rosso dei mattoni: non mi aspettavo, naturalmente, il rosso ardente di una sfilata di Valentino o di un corteo neo-comunista, ma non credevo neppure di trovare così triste e appassito il colore dei laterizi.

Purtroppo, la luce di quel pomeriggio soffocato dalle nubi lasciava intrisa di grigio tutta la città. E senza i tocchi luminosi del sole, anche i mattoni della Triennale restavano cromaticamente deludenti.

Solo la scultura dell’ingresso, forse di Mangiarotti, splendeva ancora, tra la calca delle automobili, come uno spigoloso pezzetto di luna raccattato in chissà quale cratere.
Smisi di contemplare quel blocco di pietra e mi accinsi ad entrare, sbatacchiando l’ombrello .

Schierate, e impassibili davanti a me, le porte trasparenti dell' edificio lasciavano intravedere la luce di un vasto salone, in fondo al quale troneggiava, trionfante sul suo piedistallo, la "poltrona Proust".

Forza, coraggio, pancia indentro, petto infuori, spinsi una porta ed entrai, con fatica, per vincere tutte le forze di quella lontananza, di quello spazio che dovevo assolutamente attraversare per potermi inchinare al suo cospetto.

Deambulando nell'ampio salone inauditamente bianchissimo, in fondo al quale  lei  mi aspettava, sorridevo, anzi ridacchiavo di felicità, incurante del bla bla bla dei capannelli di visitatori tutt'intorno - e tutti chic, come al solito ...

Solo gli odori un po’ acetati della vernice fresca e degli intonaci ancora umidi mi permisero di ritornare alla serietà del reale e mi resi conto, improvvisamente, del fracasso prodotto dai tacchi delle mie scarpe sul pavimento.

"Che scandalo !" mi dissi "Troppo baccano alla Triennale! " Imbarazzato, dovetti procedere in punta di scarpa su quel pavimento lucidato dal vero cuoio dei Dorfles, dei Castiglioni, dei Colombo, dei Munari, dei Mari, dei Mangiarotti, dei Magistretti, dei Sottsass, dei Fuksas ...

Intanto la poltrona se ne stava comoda e indifferente sul suo espositore bianco, con accanto, messa in posa, la metallica silhouette dal ventre piatto di una Vespa: non degnavo il veicolo nemmeno di uno sguardo, perché avevo occhi solo per quella poltrona che, ad ogni passo, si faceva sempre più grande e seducente, con quel suo colorito così sfacciato in mezzo a quei bianchi, a quei grigi, a quei neutri spaziali e architettonici, così puri e sporchevoli ...

Ma quando mi trovai ad un passo da una schiera di gradini dovetti abbassare lo sguardo, per salire, una dopo l'altra, quelle consunte lastre di marmo che, come angeli di pietra sotto i miei piedi, mi innalzavano fino al caffè della rinnovata Triennale.

E finalmente ero lì, esausto, al cospetto della "poltrona Proust", che sbocciava, nei miei occhi, come una orchidea infilata tra le fessure del mio sguardo .

Mendini-Poltrona Proust
Alessandro Mendini
"Poltrona Proust"
1979

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1998


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