Eugene Delacroix Ritratto di Frédéric Chopin 1838 Parigi, Musée du Louvre |
1810 - 1849 Preludio Op.45 |
"... le frasi dal lungo collo sinuoso e smisurato di Chopin, così libere, così flessibili, così tattili, che s'iniziano cercando e trovando il loro posto fuori e ben lungi dalla direzione di partenza, ben lontano dal punto cui si credeva giungesse il loro tocco, e che si librano in quella lontananza fantastica solo per tornare più deliberatamente, - in un ritorno più premeditato, con precisione più grande, come su un cristallo che risuoni fino a strappare un grido, - a colpirci nel profondo del cuore." |
Nella Recherche Chopin è molto presente: adorato dalla vecchia marchesa di Cambremer, che lo suona molto bene, Chopin fornisce a Proust il paragone più adatto ad evocare le fanciulle in fiore, che non possono vedere un ostacolo senza divertirsi a superarlo perché a quell'età
Ritroviamo qui come un eco della poesia su Chopin (contenuta in Portraits de musiciens ) che Proust ha dedicato al pianista Édouard Risler Julia Kristeva ha paragonato la frase musicale di Chopin alle lunghe, interminabili frasi dello stesso Proust. Per saperne di più, leggete questa "Nota a margine" dal titolo "La frase di Proust: una polifonia mentale" |