Leggere Proust  >  Note a margine e Appunti di lettura





Copertin del libro Raymonde Coudert
PROUST AU FÉMININ
ed. Grasset/Le Monde

Collection "Partage du Savoir", 1998
Pag 311
ISBN 2-246-56931



Raymonde Coudert insegna all'Università Paris VII. Specialista dell'opera di Proust, un passato da militante del MLF negli anni 70, ha svolto la sua tesi sotto la direzione di Julia Kristeva.

Con questo libro ci propone un nuovo approccio di lettura per la   Recherche. Coudert parte dal principio che i modi di lettura sono sessuati e che, se non esiste una scrittura femminile, esistono però modi di scrittura "del" femminile.
La domanda è: in che cosa lui, Proust, fa consistere il femminile e la femminilità? Quali catene significanti collegano personaggi femminili proustiani come Odette, Oriane, Albertine?.

Prima però di proseguire è bene chiarire cosa intenda Coudert con questi termini di féminin e féminité.


Féminité (la femminilità) è l'abbigliamento, l'apparenza, la maschera, i giochi della seduzione

Féminin (il femminile) si riferisce a una tentazione permanente dell'arcaico, del silenzio, ciò che Proust chiama l'anacoluto, una tentazione permanente al segreto, ai paralinguaggi (sguardi, moine, risate, gergo) una tentazione dei corpi, del fuggire, del frammentato

(pag.10)



Legame madre-figlia, coppia gomorrea, analisi della presenza del femminile e della femminilità nella Recherche, bisessualità psichica, omosessualità femminile: questi i temi centrali del   "Proust au féminin".

Nella maggior parte degli studi critici sull'opera di Proust l'omosessualità maschile è sempre stata analizzata molto più di quella femminile. Sodoma ha sempre ricevuto più attenzioni di Gomorra. Inoltre, viene sempre messa in luce la coppia madre-figlio (il Narratore e la madre).

Eppure, la Recherche è attraversata da un'altra grande coppia di cui la letteratura critica non ha, secondo la Coudert, sufficientemente sottolineato l'importanza capitale: il rapporto tra la madre e la nonna del Narratore e l'estensione, la ramificazione del rapporto madre-figlia in tutta l'opera di Proust. Nella  Recherche c'è una straordinaria inflazione di questo legame madre-figlia.

Questo paradigma si moltiplica e si riflette infatti, nel romanzo, in moltissime altre coppie femminili (Françoise e la figlia, Mme Swann e Gilberte, Mme de Sevigne e Mme de Grignan) fino a comporre quell'unità di "terribile indecenza" costituita dalla coppia gomorrea (secondo i termini stessi usati da Proust).

Secondo la Coudert, in Proust il "materno" non è una semplice categoria della femminilità ma un vero e proprio paradigma di Gomorra, una Gomorra che peraltro, nella Recherche, non ha nulla di biblico, decadente e perverso.

La Gomorra proustiana è un sito immaginario grazie al quale Proust si ritrova ad elaborare niente di meno che la metafora di una scoperta di Freud.
Freud, contemporaneo di Proust ma non suo lettore, così come Proust non era lettore di Freud.

Questa scoperta è quella che Freud chiama, in un tardivo testo sulla sessualità femminile, "la civilizzazione minomiceneica anteriore a quella dei Greci": egli delinea, attraverso questa, la fase preedipica, il legame con la madre, l'"omosessualità femminile primaria".

Pochi scrittori, dice la Coudert, hanno il coraggio di avventurarsi in questo "continente materno", su questo terreno che Freud chiama "minomiceneico" e Proust "gomorreano".

Rileggere Proust partendo dalle figure femminili della Recherche, scrive Coudert, consente di analizzare i problemi del dualismo uomo/donna che riguardano tutta la società, e studiando in profondità il femminile (féminin) nella Recherche scopriremo non solo che tutti i personaggi femminili non sono che repliche, interpretazioni, "maschere" della madre, ma che il gioco di specchi delle identificazioni e delle proiezioni del Narratore e dell'autore si rivela molto più complesso di quanto possa apparire se ci si limita ad analizzare esclusivamente il rapporto madre-figlio liquidandolo con il solito schema del complesso d'Edipo maschile.

Nella  Recherche, Edipo maschile ed Edipo femminile si intrecciano e Proust, grazie all'mmaginario di Gomorra, introduce una dimensione assolutamente inedita nella letteratura.

Il legame madre-figlia è infatti, secondo Freud, "luogo" incestuoso che sta al fondamento della bisessualità femminile.

Raymonde Coudert - foto


Il femminile proustiano è costituito dalla straordinaria inflazione del legame e del luogo madre-figlia, dall' esibizione dell'oggetto Gomorra del quale lo scrittore sottolinea però, incessantemente, l'impossibilità di essere rappresentato, dall'uso generalizzato della negazione e del negativo e che si rivela come impressione e frammento di illeggibilità.

Tra fascinazione ed avversione, gratitudine e profanazione.

Dalle pagine della Recherche emerge la punta ironica di un Proust preso sì dalla femminilità, ma roso da un odio geloso per un femminile che egli aborre, perché in esso riconosce parti di sé.

Il femminile è oggi uno degli orizzonti del nostro immaginario.
Esploratore di questo continente, Proust

"celebra la femminilità come arte assoluta, e nello stesso tempo ce ne rivela il fondo celato dietro i suoi scintillanti oggetti.

Non soltanto ci introduce ai due inconsci, maschile e femminile, ma dispiega la doppia economia libidinale femminile la quale, a quanto dice Freud, fonda l'enigma della femminilità e genera la sua particolare seduzione."
(pag.258)


fiori


Note a margine

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1998