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copertina libro

Anne GARRÉTA

LA DÉCOMPOSITION

248 pp.

Grasset, 1999
ISBN 9 782246 530916
100 FF

Un anonimo Narratore racconta in prima persona il suo desiderio di diventare un grande assassino ma, dopo vari tentativi --- tutti falliti --- , è lì lì per rassegnarsi e prendere atto della sua "assenza di vocazione".

(Non so a voi, ma a me questo Narratore qui ne fa subito venire in mente un altro... ;-)

Ecco arrivare però la folgorazione: perché vi sia delitto perfetto, anzi, una serie di delitti perfetti, non deve esserci, tra l'assassino e la sua vittima, assolutamente alcun legame personale, alcun movente se non quello, puro e semplice, della volontà di uccidere.

Egli si affiderà dunque alla casualità, ma non ad una casualità bruta. La scelta delle sue vittime sarà regolata da un criterio preciso e rigoroso.


Il Narratore diventerà un serial killer la cui macchina di morte sarà la Recherche.
Stringerà con la sintassi di questo testo un "patto tanatografico" la cui regola sarà costituita dall'accordo di numero e di genere. In questo modo

.
  • Darà un corpo ai nomi del romanzo celebrando il battesimo di sangue dell'assassinio sociale

  • Spopolerà il mondo seguendo un principio di regole formali

  • Decomporrà un'opera letteraria componendone una criminale.

Ma perché proprio la Recherche e non un altro romanzo, mi chiedo?
La risposta arriva a pag.28:

"...la vita è troppo corta e Proust è troppo lungo"

Per la verità, l'argomentazione mi convince nemmeno un po'. A me sembra un po' fumosa. E a voi?
Ma insomma io ormai ho deciso di andare avanti. Sono curiosa di vedere dove si va a parare.

Comincia la serie degli omicidi.

Qual' è il primo nome di personaggio che compare nella Recherche? Perbacco! Ma è Madame de Saint-Loup, nella trentasettesima frase della Strada di Swann.
(Non ci credete?! Andate pure a controllare. Io non mi vergogno di ammettere che l'ho fatto).

Il Narratore de La Décomposition ucciderà dunque la trentasettesima persona che si troverà a passare davanti a lui - ma solo a condizione che si tratti di una donna. Per Swann e Cottard, sarà necessario che si tratti di uomini (è necessario l'accordo di numero e di genere, ricordiamolo). Altri eroi proustiani subiranno la stessa sorte.

Dopo ciascun omicidio il Narratore torna tranquillamente a casa, accende il computer, apre il file che contiene la versione integrale della Recherche in versone elettronica e provvede a cancellare il nome della sua vittima da tutte le pagine in cui compare nel romanzo.

Et voilà: la Recherche si decompone. E si decompone pure il mondo reale, visto che adesso c'é una persona viva in meno ed un cadavere molto ben morto in più :-))

Tutto fila liscio sino a quando...sino a quando il Nostro (Narratore-killer) si imbatte in Albertine.

Già. Perché Albertine pone un problema di identità di genere: si tratta di una donna? Di un uomo? S'è parlato tanto di Alfred Agostinelli... Ohibò!.... Albertine sarà mica un uomo?!? E ora che faccio?!?!

Il Narratore-serial killer entra in crisi: per lui, infatti, un uomo è un uomo e una donna una donna!

Come comportarsi allora con questo personaggio che lo pone di fronte al problema dell'instabilità delle sue identità?

.... Puntini di sospensione e dissolvenza: voglio mica rovinarvi la lettura del finale! :@)




Garréta foto Anne Garréta vive a Parigi ed insegna letteratura francese a Rennes. Ha vissuto per parecchio tempo negli Stati Uniti. Prima de La Décomposition ha pubblicato Sphinx, Pour en finir avec le genre humain e Cile liquide.

Quando La Décomposition è uscito in Francia, i giudizi positivi (Libération le ha dedicato anche una lunga intervista) si sono mescolati a pesanti stroncature.

Le Nouvelle Observateur ha definito Garréta "femme savante", ha parlato di "disastro narrativo, preziosismi, frettolosità, parole straniere che non ci si dà la pena di tradurre" per concludere poi, con esibita perfidia, che "il romanzo continuamente promesso assomiglia -- giusto per rimanere a Proust -- a quella cameriera della baronessa Putbus della quale si parla sempre e che non appare mai"


In effetti il libro, dal ritmo molto serrato, è sofisticato al limite dello stucchevole ed i numerosissimi riferimenti espliciti ed impliciti alla Recherche mostrano oltre misura l'ammiccamento di chi si rivolge soprattutto ad una ristretta cerchia di iniziati che siano in grado di cogliere un linguaggio fortemente codificato.

A partire dallo stesso incipit, il celeberrimo "Longtemps..." che ritorna, dopo poche pagine (esattamente a pag.35 all'inizio del capitolo La Vocation ;-), come "Longtemps je me suis consumé de bonheur".

E' difficile, a mio parere, che la struttura di questo romanzo e l'interesse per il suo contenuto possano reggere agli occhi di un lettore che, sebbene còlto, non padroneggi però molto bene tutta la Recherche.

Questi non potrà, infatti, essere in condizioni di cogliere, ad esempio, il contrappasso contenuto nel tipo di morte riservata a Françoise o il "gioco del rovescio" --- troppo spesso per la verità abbastanza forzato ed artificioso --- operato nelle tante analogie che, tra il Narratore de La Décomposition e quello della Recherche ci vengono presentate.

Così come difficilmente, chi non conosce Kafka, potrà apprezzare se non in superficie quelle che, secondo me, sono forse le uniche pagine gustose (e persino divertenti) dell'intero romanzo.

In un capitolo dal titolo (guarda caso!) "Mortel K.", scritto in uno stile sincopato, frenetico e davvero travolgente Il Castello kafkiano diventa un videogioco (un "mortel combat") in cui l'eroe Joseph Sordini deve riuscire ad entrare nel castello del conte Westwest, in cui tutti (i gemelli Arthur e Jeremias, Momus, Schwartzer) lo uccidono mille volte ed in cui Klamm, vestito tutto di nero, ha dita lunghissime che tagliano come rasoi.

La letteratura un videogame in cui vedi te stesso morire.

Che sia questo, il senso ultimo de La Décomposition?

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Per saperne di più su Anne Garréta e la sua opera, visitate il sito francese curato da Eva Domeneghini

http://cosmogonie.free.fr
    Eva Domeneghini





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