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IL TEMPO SENSIBILE


Il tempo sensibile, il Tempo Ritrovato, incorporato nell'opera letteraria ricrea un mondo che è quello della memoria di colui che scrive (l' "io" egotista della Recherche) con un linguaggio contagioso che induce un'esperienza analoga nel lettore.

Il tempo lineare si scontra infatti con la temporalità della alterazione (la vecchiaia, la guerra) e della morte (della nonna, di Albertine).Il tempo letterario, invece, è "fuori del tempo"

Il tempo proustiano perduto viene immediatamente "ricercato" da Proust in un immaginario spaziale e nella discontinuità del linguaggio e "ritrovato" attraverso "l'esperienza immaginaria" che consiste nella dinamica tra il soggetto e il senso.

Attraverso, e per mezzo di questa esperienza, i "segni" che sono "nel tempo", si ordinano in una sintassi, ma dispiegano anche la musica delle metafore e delle sensazioni che, al confine del tempo, oltrepassano i segni, sfuggono loro e tuttavia non si danno che attraverso le sovraimpressioni.

Moltissimi lettori di Proust hanno parlato della “contagiosità” del suo stile. Secondo Kristeva, questo non avviene per caso: ciò accade perché il talento di Proust prodiga tutto il suo gusto e tutti i suoi sforzi proprio per dare una forma "contagiosa" a questa esperienza di scrittura.

Noi veniamo così catturati e seguiamo l'esperienza dello scrittore entrando nel suo linguaggio paradossale che ci contamina e distrugge il nostro; o meglio, ritrova quello che noi ignoriamo essere il nostro, ritrovandoci a seguire le parole e le percezioni di una memoria che prende corpo non solo davanti a noi ma anche "in" noi, accedendo così noi stessi all'esperienza del "tempo sensibile".

Scrive Kristeva:


"Proust ha innalzato la sua cattedrale sperando non di comunicarcela, ma di includerci in essa, di renderci partecipi attivamente di una esperienza analoga.

Sotto l'apparenza dello snobismo ed attraverso le faglie della malattia, egli è partito alla ricerca di un'esperienza che non è nulla senza il suo testo, che, innanzitutto, è illeggibile senza questa esperienza.

Approcciare la Recherche come un'esperienza non ha soltanto il vantaggio di sottolineare la sua magistrale differenza con tante "letterature" che pretendono di fargli concorrenza e con le quali il suo testo non ha nulla in comune; il tempo incorporato è anche il migliore antidoto al rischio della morte psichica sempre più presente, in questa eclisse di civilizzazione, a causa della morte dei valori, il miglior antidoto a questa fragilità.

Una teoria dell'immaginazione dunque, quella proustiana, che è contemporaneamente sensazione "e" ricordo, percezione "e" segno, vita "e" libro.

E' questa l'estetica del Tempo Ritrovato."




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Pagine realizzate da Gabriella Alù
1998