Cioè il tempo incorporato nel romanzo, nell'opera letteraria. Questa è, secondo Kristeva, la "formula alchemica" della Recherche. Scrivere (ma anche leggere) la Recherche costituisce un' "esperienza" del tempo che insegna ad essere meno impazienti, a ritrovare le sensazioni sotto l'apparenza dei segni, decodificandoli. e teoria dell'immaginazione Il suo stile iperbolico ci aiuta a conciliare la nostra memoria involontaria con il dispiegamento dell'Essere. Ebreo e cattolico, ma non completamente né l'uno né l'altro, Proust ha scritto un affresco che trova, rinnova ( e reinventa) le sue profonde radici nello studio dei caratteri dei La Bruyère, Sévigné e Saint-Simon passando attraverso Balzac e Stendhal; un affresco che illumina di impietosa e corrosiva ironia i nostri vizi, anche i più nascosti, e i nostri amori anche quelli più infantili..
Dalle frasi più lunghe, dal cumulo di manoscritti, bozze, quaderni, lettere; dalla crudeltà e dal ridicolo delle passioni emergono e si impongono l'insignificanza e la caducità delle passioni stesse. Tutti i personaggi, le visioni, frutti di una immaginazione di cui Proust diceva che era il suo solo organo per gioire della bellezza, finiscono per lasciare in noi lettori un gusto, uno solo, acre ma tonico: il gusto dell'esperienza letteraria. Il rapporto che si crea tra l'autore della Recherche ed il suo lettore è inoltre, sostiene Kristeva, molto simile a quello che si determina nella relazione terapeutica tra analista e paziente:
Un romanzo nel quale il sonno ed il risveglio svolgono una funzione determinante così come la "reverie", quello stato cioé di dormiveglia tanto simile a quello che si stabilisce all'interno del setting analitico. Kristeva (ri)percorre ed analizza i modi e le tecniche messe in atto da Proust: la sovraimpressione, la sostituzione, la metamorfizzazione, la condensazione e lo spostamento; il ricordo e la memoria come successione di metamorfosi spaziali. Non è un caso che tutto il lungo capitolo d'apertura del libro sia centrato sulla
Il libro studia le caratteristiche (e i caratteri) dei personaggi più importanti della Recherche mettendo in luce come ciascuno di essi rappresenti una parte o il doppio (positivo o negativo) dell'identità dell' Io narrante. Una sezione molto consistente di "Le temps sensible" approfondisce lo studio dello stile proustiano in cui la abnorme lunghezza delle frasi, la metafora e l'analogia costituiscono, secondo Kristeva, la struttura stessa della temporalità dell'opera proustiana.. A questo proposito, le pagine dedicate all'analisi della celebre frase contenuta quasi all'inizio di "La strada di Swann" (chiamata anche "la suites des chambres") costituiscono davvero una grande lezione di analisi di un testo scritto. Il saggio di Julia Kristeva si conclude cosi:
(Ottobre 1999) N.B. La foto di Julia Kristeva è © di Anne de Brunhoff. L'ho presa dal sito http://www.sunysb.edu/library/kristeva.htm |