Qual è, nel famoso quadro di Vermeer, il "petit pain de mur jaune" di cui parla Proust nell' episodio della morte di Bergotte? Siamo proprio certi che esista davvero e che sia facile individuarlo? E se invece di un muretto si trattasse di un tetto? Ci troveremmo, in questo caso, di fronte ad un grossolano errore di Proust? Critici letterari, studiosi di storia dellarte, biografi di Proust hanno creduto di volta in volta di poter identificare e collocare il petit pain de mur jaune allestremità destra del quadro (Tadiè), nella parte inferiore del tetto giallo a sinistra nella torretta di porta Rotterdam (Painter), nel tetto giallo a sinistra della torretta (Meyers), nel tetto giallo sopra la porta di Rotterdam Wheelock jr., uno dei critici più importanti dellopera di Vermeer... e così via. Come mai queste discordanze? Perché la questione è molto meno semplice di quel che possa apparire a prima vista, ci dice lautore di questo godibilissimo libro che si legge dun fiato come un piccolo thriller e nel quale al rigore dello specialista si unisce una arguta e sottile ironia. Pensate forse sia questione oziosa e banale cercare di identificare con certezza quale sia stato il particolare del dipinto di Vermeer a cui Proust fa riferimento? Sbagliereste, perché la risposta a questa domanda può contribuire a mostrare e dimostrare, ancora una volta, quale fosse il percorso del pensiero di Proust dagli stimoli fornitigli dalla realtà al modo come poi essi venivano manipolati e collocati allinterno della sua opera letteraria.. Il filologo Lorenzo Renzi si immerge dunque come un segugio nella pittura olandese e con la sua analisi storico-critica ci conduce per mano alla ricerca di un muretto che si rivela via via sempre più inafferrabile. Lautore ripercorre il testo letterario analizzando passo passo le pagine della "Prigioniera" in cui viene narrata la morte di Bergotte ma tenendo anche presente la cronaca dell'episodio della vita reale di Proust quando, nel 1921, si recò accompagnato da Vaudoyer al Jeau de Paume per l'esposizione dei pittori olandesi per concludere con queste parole:
Proust dunque ha sbagliato? Ma Proust, ricorda Renzi, è scrittore che non sa inventare nulla, si documentava e si informava di tutti i dettagli che riguardavano un oggetto, un tema, una persona della quale intendeva scrivere nel suo romanzo. E allora, qual è la soluzione di questo piccolo enigma? |