Proust e la pittura > Giotto




Gli angeli di Giotto


Ecco come Proust, nella Fuggitiva, descrive l'impressione che gli fanno gli angeli di Giotto negli affreschi della Cappella degli Scrovegni:



"...nel volo degli angeli ritrovavo la medesima impressione di azione effettiva, letteralmente reale, che m'era stata data dai gesti della Carità e dell'Invidia.

angelo

angelo Con tanto celeste fervore, o almeno saggezza ed applicazione infantili, da far loro congiungere le piccole mani, gli angeli sono raffigurati nell'Arena, ma da parer volatili d'una specie particolare che sia realmente esistita, che abbia fatto parte della storia naturale dei tempi biblici ed evangelici.

Sono piccoli esseri che non mancano mai di volteggiare dinanzi ai santi quando questi se ne vanno a passeggio.

Ce n'è sempre qualcuno in volo su di loro, e, siccome si tratta di creature reali ed effettivamente volanti, li vediamo salire, descrivere delle curve, eseguir con la massima facilità dei loopings,picchiare verso terra a testa bassa, aiutati dalle ali che permettono loro di mantenersi in condizioni contrarie alle leggi della gravità;

angelo



e fanno pensare ad una varietà di uccelli, o a giovani allievi di Garros esercitantisi nel volo librato, piuttosto che agli angeli dell'arte del Rinascimento e delle età seguenti, le cui ali sono appena emblemi e che si muovono come altri personaggi celesti, ma sprovvisti di ali"








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1998