Proust e la pittura > Giotto





Titolo:La Carita'

La robusta Carità dall'aspetto virile, con la gonna rigonfia intorno alla vita, recante nel cesto quello che potrebbe sembrare un asparago diventa un emblema della sguattera gravida di Combray:
La Caritas di Giotto
"La povera ragazza, ingrassata dalla gravidanza perfino in viso, perfino nelle gote che ricadevano dritte e quadrate, somigliava infatti abbastanza a quelle vergini, robuste e virili, matrone piuttosto, nelle quali sono personificate le "Virtù" nell'Arena.

E mi rendo conto ora che quelle Virtù e quei Vizi di Padova le somigliavano ancora per un altro aspetto. Nel modo stesso come l'immagine di quella fanciulla era accresciuto dal simbolo aggiunto che portava davanti al ventre, senza aver l'aria di intenderne il senso, senza che nulla nel suo viso ne traducesse la bellezza spirituale, così, senza parer sospettarlo la possente massaia che è rappresentata nell'Arena sotto il nome Caritas, e di cui la riproduzione era appesa alla parete della mia stanza di studio, a Combray, incanta questa virtù senza che alcun pensiero di carità sembri aver mai potuto essere espressa dalla sua faccia energica e grossolana.


In una bella invenzione del pittore, essa calpesta sotto i piedi i tesori della terra, ma proprio come se schiacciasse le uve per estrarne il mosto, o, meglio, come se fosse salita su dei sacchi per esser più alta; e tende il suo cuore acceso a Dio, diciamo meglio, glielo "passa", come una cuoca passa un cavaturaccioli attraverso lo sfiatatoio del suo sotterraneo a qualcuno che glielo chiede dalla finestra del pianterreno."

-- La strada di Swann






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1998