Nel mondo di Marcel Proust  >  Amici e conoscenti




JULIA DAUDET
(1844-1940)
Julia Daudet ritratta da Renoir
Pierre-Auguste Renoir
Ritratto di Mme Alphonse Daudet

1876 Olio su tela
Musée d'Orsay, Parigi



Alphonse Daudet con la moglie Julia








Alphonse e Julia Daudet

Nelle due foto,
Alphonse Daudet e la moglie Julia
Julia Allard, moglie di Alphonse Daudet e madre di Léon e Lucien, essa stessa scrittrice in una famiglia in cui tutti scrivono, conosce Proust nel 1894 ad una cena in casa di M.me Baignères e così poi descrive la serata al sedicenne figlio Lucien:

"C'erano Monsieur de Montesquiou e un giovanotto molto simpatico, un certo Marcel Proust, straordinariamente colto e con modi così gentili..."

Diventato assiduo frequentatore della famiglia Daudet e con un'affezione particolare nei confronti di Lucien, Proust fu sempre molto vicino a M.me Daudet.

Nell'epistolario troviamo molte lettere in cui Proust le parla della sua grande amicizia per Léon e Lucien o le manifesta la sua ammirazione per le sue doti letterarie.

Dovete essere ben contenta, signora, di avere due figli come i vostri, due persone notevolissime, forte l'uno, squisito (e forte quando occorre) l'altro. Se penso a cos'è per me Lucien, posso immaginare cos'è per voi. E non solo per la sua gentilezza vi darà soddisfazione, ma per il suo talento. Avverto quel che si affolla nella sua intelligenza, così versatile ed universale da farmi a volte pensare che non basterà la pittura ad esprimerla e che gli occorrerà un'altra arte: quella in cui eccellono tutti coloro che hanno portato il nome di Daudet , della quale molte lettere che di Lucien conservo, indirizzate a voi e ad altri, sono già deliziosi capolavori con il misterioso sorriso di un Leonardo epistolare.
(Da una lettera del marzo 1898)


[...] la vostra scrittura [...] è più di una bella invenzione, è una creatura originale, viva, agile, o meglio uno spirito vitale che via via penetra nelle creature, ne assume le forme e le offre avvinte ma ancora vive, libere quasi come le bestie del giardino zoologico che descrivete così bene. La vecchia, banale architettura della frase si dissolve ad ogni momento in virtù di quello spirito vitale ed essa, la frase, si ricompone per forza propia secondo una struttura stavolta viva
(Da una lettera del 4 gennaio 1896)



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1998