![]() Antonio de la Gandara Ritratto di Gabriel de Yturri Parigi, Musée d'Orsay |
![]() 1868 - 1905 |
"Piccolo di statura, bello ed eccitabile, aveva occhi color caffè in un viso dalla pelle olivastra e pallidissima, un grosso neo coperto di peli e una tendenza alla calvizie, contro la quale combatteva disperatamente col più completo insuccesso" |
Argentino, emigrato a Parigi a quindici anni, fu dapprima segretario del barone Doasan, al quale venne subito "rubato" da Montesquiou.
Nella corrispondenza di Proust si trovano parecchie lettere indirizzate a Yturri e, quando questi si ammalò, la madre di Marcel si recava personalmente a casa di Montesquiou per informarsi dell'andamento della malattia. ![]() ![]() ![]() Se Albert le Cuziat servì da modello per Jupien in quanto tenutario della casa d'appuntamenti "Le Temple de l'Impudeur", nel sincero affetto e nella lealtà di Jupien per il signor di Charlus ritroviamo i sentimenti che accompagnarono sempre Gabriel Yturri nei confronti del conte di Montesquiou. ![]() ![]() ![]() Montesquiou il quale, nonostante tutti i suoi difetti, non era certo meschino né volgare, voleva davvero bene ad Yturri. Quando, nel 1905, questi morì, provò un sincero e profondo dolore. Durante la malattia lo aveva fatto curare in ogni modo e lo aveva assistito con una abnegazione di cui pochi lo avrebbero creduto capace. A tre anni dalla sua morte fece poi mettere una statua sulla sua tomba e per molto tempo non scrisse più poesie. |