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![]() 1879 - 1975
Paul Morand, suo marito nel 1927, la indicherà sempre così, parlando di lei. Piccola, molto carina, intelligente, ricchissima, detesta Anna de Noailles e Marthe Bibesco. Cocteau la paragona a "una Minerva che avrebbe avalé sa chouette". Durante la guerra trasferisce la sua dimora al Ritz, in cui dà brillanti ricevimenti tra il mondano e il letterario. |
Rigida di carattere, non molto gentile, sembra sia stata lei a spingere Morand, durante la seconda guerra mondiale, ad accettare l'ambasciata di Vichy a Bucarest.
Scrive di lei Ernst Junger nel suo Diario:
![]() ![]() ![]() Proust ritrova nella coppia Morand-Soutzo la situazione triangolare tipica delle sue "affezioni amorose" (Gaston de Caillavet e Jeanne Pouquet, il marchese d'Albufera e Louise de Mornand...). Si dichiara innamorato della principessa, come romanziere che deve descrivere le donne, come esteta che ama la bellezza, come uomo di mondo che ama lo charme particolare dell'intelligenza femminile.
Ma la sua "affezione" vera è probabilmente rivolta a Paul Morand, bell'uomo, virile, diplomatico modesto e scrittore ancora sconosciuto ma nel quale Proust, con il suo intuito sempre straordinario, riconosce la possibilità di un grande avvenire. In questo video su YouTube, uno stralcio tratto dal documentario di Attilio Bertolucci in cui Paul Morand, Jean Cocteau e M.me Morand (la principessa Soutzo) parlano di Proust |